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Il sacco DELLA MESSA

di  Reginaldus

       Pubblichiamo uno di quegli articoli dei quali si dice che siano scritti sulla propria pelle; infatti chi scrive è un tale che, diventato prete nella "primavera" vaticanosecondista, quasi naturalmente si è "spretato" ed è convolato a nozze. D'altra parte i primaverili maestri del Vaticano II insegnano che tutte le esperienze fanno crescere, tutte sono buone e tutte vanno vissute: questi sono i frutti dell'infausto Concilio Vaticano Secondo.
      Grazie a Dio, però, il nostro Reginaldus ha usato bene l'intelligenza che Dio gli ha dato e, facendo due più due, semplicemente, è arrivato alla logica conclusione che condanna il Vaticano Secondo e la nuova messa protestante, impropriamente detta cattolica, ma protestante e gradita dai protestanti e impastita con l'apporto dei protestanti! Dire la nuova messa uguale alla Prima è semplicemente un assurdo e suona offesa all'intelligenza!!! Non ci si venga a dire che lo ha detto il Papa, perché il Papa, anche se Papa e appunto perché Papa, non può permettersi tanto e non può offendere l'intelligenza neppure dell'ultimo dei cattolici.
      Reginaldus ha ben riflettuto ed è tornato sui suoi passi, oggi forse sarebbe potuto essere un ottimo Prete, un vero Prete cattolico, ma ora non lo può. Per colpa di chi? A chi Dio chiederà conto per questo mancato Sacerdote?

S.P.

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazion

       Quando si dice che non ogni male viene per nuocere...
       Voglio dire che il mio schierarmi deciso senza tentennamenti e senza compromessi dalla parte della Messa Vetus Ordo è avvenuto grazie alla sua ri-scoperta favorita proprio dal confronto con la  nuova messa.
       Ognuno può fare questo confronto e quindi giudicare.
       A farci da guida del tutto indicati paiono subito i Cardd. Ottaviani e Bacci che nel loro Breve Esame del Novus Ordo ci dimostrano che il senso della Messa Cattolica è del tutto svanito  nella nuova messa stabilita da paolosesto.
       Il dibattito sulla questione è stato e continua ad esser intensissimo e drammatico, se intorno a questo è stato provocato addirittura uno scisma e quindi la contrapposizione di due schieramenti, l’un contro l’altro armati, quello dei tradizionalisti e   quello dei moderni (-sti) .
       Ora il papa ha tentato di ricomporre la lite promulgando il suo Motu Proprio di liberalizzazione della messa Vetus Ordo.
       Il risultato è stato penoso e scandaloso. Ha messo in evidenza i danni spaventosi ormai provocati dalla messa nuova, portatrice dei germi infettivi della nuova elaborazione della fede secondo il vaticansecondo.
       La ribellione di grandissima parte dell’episcopato e del clero in generale, l’ostilità dei cattolici adultissimi, il boicottaggio pratico e sornione di gran parte di quelli che a parole hanno dichiarato la loro volontà di obbedienza, dimostrano che l’ unità della Chiesa  è andata a carte quarantotto.
       Dove più l’ Ubi Petrus ibi Ecclesia? Certo, se chi doveva ripetere Pietro nel suo ministero -e su quella Roccia difendere il patrimonio della fede- ha voluto invece beatamente ( o beot...nte) aprire le porte  (e le finestre e tutto...) della chiesa al mondo, in nome di un impellente (o insensato?) bisogno di cogliere  i segni dei tempi, che meraviglia se la prima vittima dello scompaginamento generale è il papa stesso, non più centro di unità ma zimbello della modernità?
       Ma il Motu proprio del papa, oltre a rivelare il volto devastato della chiesa di oggi, rivela insieme una sconcertante incapacità di individuare la radice del male che ha portato a questa devastazione
 

 

 

 

 

 

 

       Tale radice è la messa nuova.
       Mutata la Lex Orandi  è stata stravolta la Lex Credendi. 
       Il papa, non so se consciamente o volutamente  –il che sarebbe ben grave–  vuole sostenere l’ insostenibile, vuole conciliare l’inconciliabile. Ma questo la logica non lo permette. A nessuno. O è caduto anche il principio (dogma ?) di contraddizione? Come si fa a proclamare che le due messe sono due Forme di uno stesso Rito? Due forme della stessa sostanza???
       Due forme di pane sono pane, ma il ferro anche se gli si  dà la forma di un pane rimane ferro, non diventa pane! Non è qui il caso di illustrare le motivazioni che escludono la parità di sostanza tra le due forme di messa.
      Concetti come l’assemblea del popolo di Dio, del prete come presidente di detta assemblea, del popolo come con-celebrante –‘per ‘celebrare’ degnamente questa messa chiediamo perdono...’ , la messa sempre e solo come Cena come Banchetto come Memoria e mai come Sacrificio di Cristo che si rinnova,  e il segno conseguente della tavola o della mensa col presidente rivolto coram populo, tutto questo non ha nulla a che  fare con la Messa di San Pio V !
      E non parliamo della spaventoso impoverimento teologico delle preghiere e della loro banalizzazione stilistica! E non parliamo neppure dell’ abolizione del latino, che non è questione marginale ma del tutto funzionale al nuovo rito che concelebrato da tutto il popolo non può non svolgersi nella lingua del popolo! Finiamola qui. Ci sono testi dottissimi che aspettano solo lettori di buona volontà.
      Ma diciamo subito: se la sostanza delle due messe, la Vetus e la Nova, è la stessa nelle due forme, quella ordinaria e quella straordinaria, perché quella feroce e parossistica opposizione alla messa del Vetus Ordo?
      Tutti sappiamo che cosa hanno detto i Martini e i Tettamanzi , ma con loro c’è quasi l’ intero corpo dirigenziale della chiesa.
      Se le due forme si arricchiscono vicendevolmente, come sempre dice il Motu proprio, perché un GiovanniPaoloPrimo (sorpresa!)  –da Patriarca  di Venezia–  fece sbarrare la Chiesa di San Simone Piccolo per impedirvi la celebrazione della Messa promulgata solennemente da un Tale di cui lui diventerà Successore?
Aveva paura di far diventare troppo ricchi quei poveri  fedeli? Perché la Scomunica a Mons. Lefèvre, che voleva restare fedele a una di queste forme? Perché, se le due messe sono identiche forme della stessa sostanza?
      Se vado dal fornaio per il pane, può il fornaio impedirmi di comprare una forma di pane piuttosto che un’altra?
   
       A questo punto posso ben immaginarmi l’onda di sdegno che si solleva davanti alla mia sfrontatezza o alla mia presunzione di ...insegnare al papa come si fa il papa!
      Allora rispondo che grazie a Dio già tutto Dio ci ha  insegnato. E noi  abbiamo tutti il dovere di attenerci alla ‘sana dottrina’che viene da Lui tramite il suo Verbo. Quella dottrina che la Chiesa Santa, l’unica vera Chiesa, ha salvaguardato e insegnato per tutti i duemila anni precedenti il vaticansecondo.
      Io non faccio che constatare lo stridore che viene dall’ incontro tra le due versioni della Messa (e quindi  delle due dottrine che vi sono incorporate ).
      E che ci sia tale spaventosa dissonanza l’ hanno dimostrato, e platealmente, quelli stessi che dovrebbero essere le colonne della Nuova Chiesa e quindi i difensori della sua stabilità! Perché ‘Un regno diviso in se stesso...’.
      Se tanto combattono la Vecchia Messa, vuol dire che la sentono antitetica alla nuova, alla loro, che nulla deve spartire con la vecchia messa! O no???
      E allora, agli sdegnati –o  anche ai perplessi-  mi   sia consentito di  fare alcune domande, nella speranza di avere una risposta soddisfacente e che non sia il solito appello al principio d’autorità . Perché l’autorità si rispetta e la si obbedisce fino a quando non se ne fa abuso...
      La prima domanda riguarda subito  il cuore stesso della messa, il momento della Consacrazione. La messa è il Sacramento del Corpo e del Sangue di Gesù. Bene. Questo sacramento si compie attraverso  una Materia e a una Forma. E per l’ azione di un Ministro. Come tutti i Sacramenti, certo. La Materia non va mai cambiata né mai cambiata la Forma. Pena la nullità del Sacramento. Il Ministro  agisce poi per conto di Cristo, a nome suo. Agit in persona Christi, di Cristo  Sacerdote in aeternum, cioè sempre presente attraverso il suo ministro, a rinnovare ogni volta il suo Sacrificio di Riconciliazione con Dio, Lui che partecipando della natura divina e della natura umana può riconciliare Dio con l’ uomo. Le parole della Forma che il Ministro pronuncia sono le parole che Cristo stesso o la Chiesa, sua Sposa,  in quel momento pronunciano per suo tramite. E quindi parole dette in prima persona dal ministro stesso in quanto in lui  in quel momento agisce Cristo stesso.
      Così viene attualizzata la realtà  di Grazia  sacramentale propria di quel Sacramento.  ‘IO ti battezzo...’ ‘ IO ti segno...’ ‘IO ti assolvo’ ‘RICEVI la potestà...’ ‘In virtù di questa santa unzione ti perdoni Iddio...’ E sempre ORA, IN QUESTO MOMENTO.
      E veniamo alla Messa, che è Sacrificio nel momento che è Sacramento, e consideriamo lo svolgimento  della Consacrazione.
      Fino al fatal 1969 il sacerdote pronunciava, in modo chiaro e distinto, staccate dal RACCONTO introduttivo, le parole della Forma: “Hoc est enim Corpus meum... Hic est enim calix Sanguinis mei...“ Parole pronunciate da Cristo stesso per bocca del suo ministro  e con valore attualizzante, nel presente, nel momento stesso in cui vengono pronunciate e quindi tali da compiere – in quel  momento –quello che AFFERMANO... Chiaro.
       DOMANDA: per quale arcano motivo paolo vi ha abolito questa formulazione IN PRIMA PERSONA, con un carattere di  imposività ATTUALIZZANTE -  così come era stato fatto  per tutti i secoli precedenti - e l’ha sostituita col RACCONTO dell’Ultima Cena, dove le parole di Cristo sono contenute  sì in un discorso diretto ma riferito al  passato: “..e DISSE:..”?
       
Detto in altre parole: nella messa novus ordo dove è il Sacramento nel quale le parole della Forma  attualizzano quanto viene in quel momento affermato dal ministro? Al contrario, nella nuova messa vengono dette parole che sono state pronunciate nel passato, che dicono quello che si E’ COMPIUTO, non quello che si vuole che si compia ORA!  ‘.. e DISSE: ..’.
      Sono parole della Forma Sacramentale? La messa nuova è quindi "la" Messa?
      Solo per le commemorazioni si fanno racconti e quindi  uso dei tempi al passato. Si fa così per gli anniversari di morte, si evoca il caro defunto, si racconta qualcosa di lui, qualcosa che ha fatto, e si fa così nelle Cene protestanti. Fanno così anche gli Ebrei quando nella celebrazione della loro Pasqua ricordano e ringraziano Dio per la loro uscita dalla schiavitù d’Egitto “ Quando i vostri figli vi chiederanno...voi racconterete loro...”...
      La messa nuova è solo una Memoria di una Cena già avvenuta?
      Perché questo cambio di prospettiva, dal presente che attualizza al passato già chiuso? 
      Certo, “ Hoc facite in meam ‘commemorationem’ ”. Ma, appunto, FACITE. La sua memoria si fa FACENDO quello che Lui ha fatto, HIC ET NUNC, non semplicemente RICORDANDO quello che Lui ha fatto!
   
       

E ora l’altra DOMANDA.
       Perché tante reazioni favorevoli  alla messa del Novus Ordo da parte  protestante?
       “Non vi è più alcuna giustificazione per le Chiese riformate, di proibire ai loro membri di assistere all’eucaristia in una chiesa cattolica.” (Roger Mehl , teologo e filosofo protestante, in Le Monde del 10 settembre 1970.)
       “Questo nuovo rito è perfettamente conforme alle nostre idee protestanti.” (vescovo anglicano).
       “Possiamo adottare il nuovo rito perché la nozione di sacrificio è per nulla chiaramente affermata.”(Fratel Roger Schutz, di Taizé).
      Max Thurian (della comunità di Taizé, uno dei sei pastori che parteciparono alla redazione del nuovo rito - La Croix, 30.5.1969): “Uno dei frutti del nuovo Ordo sarà forse che le comunità non cattoliche potranno celebrare la santa cena con le stesse preghiere della Chiesa cattolica. Teologicamente è possibile.”
       Siegevalt (professore nella Facoltà protestante di Strasburgo - Le Monde, 22.11.1969) ancora più entusiasta: “Adesso, nella messa rinnovata, non c’è niente che possa veramente turbare il cristiano evangelico”.
       S. A. Teinone
(teologo luterano - La Croix, 5.5.1972) può alzare esplicitamente il grido di vittoria: “La maggior parte delle riforme desiderate da Lutero esistono d’ora innanzi nell’interno stesso della Chiesa cattolica… Perché non riunirsi?”.
       E a suggello anche le parole di un Concistorio: “Noi stimiamo che nelle circostanze presenti, la fedeltà al Vangelo e alla nostra tradizione non ci permette più di opporci alla partecipazione dei fedeli della nostra Chiesa a una celebrazione eucaristica nella Chiesa cattolica e la ragione delle convergenze teologiche presenti, molti ostacoli che avrebbero potuto impedire a un protestante di partecipare alla sua celebrazione eucaristica, sembrano in via di estinzione. Dovrebbe essere possibile oggi a un protestante, di riconoscere nella celebrazione eucaristica, la Cena istituita dal Signore.”(Concistorio Superiore della Chiesa della Confessione di Augsbourg d’Alsazia e Lorena, 8 dicembre 1973).

 
       Non sembra proprio che i cari fratelli separati si siano convertiti alla dottrina cattolica della Messa Sacrificio e Transustanzazione! Sono anzi chiaramente entusiasti della mutazione della messa cattolica in un rito che nulla ha più di diverso dal loro!  Non erano certo rimasti con le mani in mano i loro sei illustri rappresentanti nella Commissione della Nuova Messa  -quel cantiere di demolizione della  struttura della Messa–  e che corrispondono ai nomi,  anch’essi da lapide a futura memoria insieme al nome del loro Datore di lavoro,  del dott. Georges, del canonico Jasper, del dott. Sephard, del dott. Konneth, del dott. Smith, e, per finire in gloria, del fratello Max Thurian! E colmo dei colmi,  ad esprimere compiacimento per la collaborazione data  –collaborazione preziosa ed efficace-  fu naturalmente il papa stesso Paolo VI che li aveva chiamati per il bel lavoretto... Compiacimento per avere eliminato dal rito cattolico l’infamia di cui parla il padre dei sunnominati sei teologi: «Affermo che tutti gli omicidi, i furti, gli adulterii sono meno cattivi che questa abominevole Messa… (Lutero. Sermone della 1° domenica d’Avvento)? Soddisfazione per avere realizzato il sogno sempre di quel grande e gentile maestro che vide nel ‘rovesciamento’ della messa cattolica la fine della Chiesa, in quanto la fine della Chiesa è la stessa cosa della fine del papato, secondo l’assioma: "Ubi Petrus ibi Ecclesia"? “Quando la Messa sarà rovesciata, io penso che avremo rovesciato l’intero papato. (Lutero.Trattato contro Henricum)”. E ancora sempre molto gentilmente e con più colori: Quando la messa sarà stata rovesciata, io sono convinto che avremo rovesciato con essa tutto il papismo. Il papismo, infatti, poggia sulla messa come su di una roccia, tutto intero, con i suoi monasteri, vescovadi, collegi, altari, ministeri e dottrine, in una parola, con tutta la sua pancia. Tutto ciò crollerà necessariamente quando sarà crollata la loro messa sacrilega e abominevole. Io dichiaro che tutti i bordelli, gli omicidi, i furti, gli assassinii e gli adulterii sono meno malvagi di quella abominazione che è la messa papista.»
       Ma onore al merito:  il nostro almeno aveva ben capito che sulla Messa sta ben saldo tutto l’edificio della Chiesa! (1) Ma dobbiamo pensare, certo un cattivo pensiero, che Lutero è tornato a completare la sua opera e dalla Sede di Pietro?
 
(1) Ma l'hanno capito anche i distruttori vaticanosecondisti? Li dobbiamo dire intelligenti in buona fede o semplicemente satanici?
       Un’altra domanda.  E voglio porla nella maniera più piana e tranquilla. 
       Perché questo ‘cambiamento’ della Messa?
       Che cosa aveva che non andava la Messa di Papa Damaso, di San Gregorio, di San Pio V ?
       Che cosa aveva che non andava  la Messa che ha generato e nutrito i grandi Santi e le schiere innumerevoli dei buoni cristiani per tanti secoli?
       Che cosa aveva che non andava la Messa   conforme “alla norma e al rito dei santi Padri”?...
       Una necessità dottrinale? Ma non siamo ridicoli!
       Una esigenza pastorale? Anche ammesso e non concesso che il latino potesse costituire un ostacolo alla comprensione del popolo (e non solo del popolo...), perché non limitarsi alla semplice traduzione del messale piano?
       Un impellente bisogno di conciliazione? Ah, ci siamo con l’ecumenismo!
       Ma conciliazione vuol dire incontrarsi almeno a metà strada, accettare compromessi, da un parte e dall’altra... Ma sulla verità non si dà conciliazione alcuna. Una mezza verità più un’ altra diversa mezza verità non fanno una verità! Solo chi non crede nella sua verità accetta quella degli altri.
       E’ questione di serietà. E siccome i protestanti sono persone serie nella logica del loro errore, a cedere il terreno sono stati i cattolici, che la serietà e quindi la dignità hanno dimenticate ormai dal tempo della grande primavera vaticansecondista.
   
       A conclusione vorrei tornare sul Motu Proprio e sulla Lettera, riguardanti la messa vecchia e la nuova, di questo papa, là dove parla di equivalenza della due forme.
       Seguo lo schema di un ragionamento matematico semplicissimo.
       Se prendiamo per A la messa antica e per B la messa nuova, come fa il papa a dire A =  B, quando gli amici fratelli protestanti accettano con entusiasmo B, ma certamente , fedeli al loro gran padre rifiutano A, la “sacrilega, abominevole.. peggiore dei bordelli ecc ecc. ”?
       Si ritrovano in B per separasi su A? Bell’intesa!  Un’ intesa a senso unico, nel senso di Lutero o di Calvino o del gran monarca Tudor...
       E che il papa se la intenda bene con quei signori lo si è visto bene quando ha dato la ‘comunione’ al priore di Taizé, un calvinista. E se il papa dà la comunione al calvinista o al luterano o a qualsivoglia protestante, significa che questi non sono più separati da lui, ma  suoi fratelli tout-court. Chiaro, non loro  -i protestanti-  fratelli nella comunità dei santi che è la Chiesa Cattolica, la Chiesa di Cristo, ma lui, il papa, fratello loro  nelle chiese che non sono di Cristo...
   

       Ci fu un tempo in cui i lanzichenecchi scesero a Roma e la misero a ferro e a fuoco. Il Sacco di Roma.  Non è molto che altri lanzichenecchi e ben più spaventosi sono scesi su Roma Cattolica e vi hanno perpetrato un’ altra devastazione: Il Sacco della Messa. Che dura tuttora ed è dilagato in tutta la cattolicità...

Reginaldus

P.S. - Ci sono di quelli che hanno perso un tesoro perché non avendolo valutato per tale non hanno posto la dovuta vigilanza per custodirlo e se lo sono lasciato portar via. Ma ora lo rimpiangono e ne vanno in cerca. E pregano Dio che glielo faccia ritrovare. E ci sono di quelli che non si sono ancora accorti che quello che hanno in mano non è più il tesoro di un tempo, ma un volgarissima patacca...E credono di costruirci sopra una vita e la vita di tanti!

Reginaldus

 

 

 
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